Autostima e dintorni

06.11.2016

Una delle cose che sentiamo dire spesso è che bisogna avere un buon livello di autostima per riuscire a raggiungere i propri obiettivi nella vita, che è fondamentale avere fiducia in se stessi per vivere bene e sentirsi pienamente realizzati. Sembra semplice ma da dove si può cominciare a migliorare la propria autostima?

Quando non si ha una buona opinione di sè stessi e delle proprie qualità succede spesso di aver paura di fallire, di non sentirsi all'altezza di moltissime situazioni; si teme di fare delle figuracce; ci si sente perennemente in ansia per il giudizio altrui e ci si giudica (male) continuamente.

Quest'ultimo punto, quello della perenne autocritica, è una delle caratteristiche che riscontro più spesso nelle persone che si rivolgono a me per difficoltà legate ad una scarsa stima di sè. Tutti noi intessiamo dei dialoghi interni con noi stessi: ci aiutano a metabolizzare gli eventi e le emozioni legate ad essi. Dialoghiamo con noi stessi per trovare soluzioni a problemi più o meno gravi, per consolarci, conoscerci meglio, fantasticare sul futuro e per rivolgerci delle critiche, a volte costruttive e necessarie. Altre volte, no.

Una cosa che capita spesso a chi non ha sufficiente fiducia in se stesso è quella di occupare quasi esclusivamente (direi proprio intasare) il proprio dialogo interno con continue autocritiche svalutanti. Il racconto di tanti avvenimenti è sempre accompagnato da aggettivi negativi riferiti alla propria persona: "che stupida, non ho visto il gradino e sono inciampata, sono proprio una deficiente senza speranza"; "Non ce la farò mai a cambiare lavoro, sono uno che non vale niente, me lo dico ogni giorno"; "sono una persona noiosa, di sicuro le sto facendo venire sonno con le mie lagne".

Come faccio ad avere una buona autostima se ogni giorno, più volte al giorno, ripeto mentalmente e meccanicamente un elenco dei miei difetti, delle mie mancanze, dei miei fallimenti? Criticarsi, svalutarsi è, per molte persone, una abitudine a cui non si fa neanche più caso, per cui è assolutamente normale definirsi stupidi, cretini, incapaci ogni qual volta si incappi in un qualche errore, anche lieve. Sono assolutamente d'accordo con Giorgio Nardone quando dice che l'autostima non si eredita ma si costruisce.

Un buon passo per iniziare a costruirla può essere quello di diventare consapevoli di certi automatismi: cominciate col notare quante volte durante il giorno vi criticate o vi svalutate definendovi incapaci, stupidi, deboli ecc. Forse scoprirete che lo fate continuamente. Provate ad adottare verso voi stessi un atteggiamento amichevole: cosa direste ad un amico in difficoltà? Gli direste che è un fallito? Che non riuscirà mai a raggiungere i propri obiettivi? No, probabilmente, ad un amico direste che ha molte qualità, che deve avere fiducia in sè... Si può cominciare così: tutte le volte che notiamo che ci stiamo criticando aspramente, fermiamoci un attimo e proviamo a chiederci cosa diremmo ad un amico che si trovasse nella nostra stessa situazione. Forse troveremo parole meno dure e più costruttive da rivolge a noi stessi.

Fidarsi di sè, delle proprie scelte, delle proprie risorse è un processo che richiede impegno e che

inizia, dal mio punto di vista, con l'imparare ad essere amici di se stessi. Non vuol dire sentirsi invincivibili, non vuol dire sentirsi migliori degli altri, non vuol dire vincere sempre. Fidarsi di sè, come diceva Waldo Emerson, comincia col fidarsi del proprio diritto di esistere così come si è, qui ed ora.

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