Pensare positivo (e basta) non basta
Mi è capitato spesso di ascoltare i racconti di persone che dopo aver frequentato degli incontri basati sull'utilizzo del pensiero positivo hanno avvertito dei benefici come senso di aumentata autostima, maggior fiducia riguardo le proprie potenzialità e rinnovato ottimismo nei confronti dell'avvenire. Ben presto però, dopo l'entusiasmo iniziale, hanno sentito svanire gli effetti positivi sperimentati e hanno pian piano ricominciato a perdere fiducia nella loro possibilità di realizzare cambiamenti importanti.
Purtroppo, in alcune delle persone con cui ho parlato si stava facendo strada la convinzione di essere totalmente incapaci di cambiare e di poter migliorare la propria vita. L'ottimismo, che era seguito alle lezioni di "pensiero positivo", aveva lasciato il passo ad un senso di fallimento e frustrazione. Da qui il bisogno di rivolgersi ad uno psicologo per cercare una soluzione al proprio malessere.
Insieme si è riflettuto e fatto chiarezza su ciò che li aveva portati a frequentare un corso che potesse aiutarli a migliorare la propria vita, quali erano i desideri sottostanti e quale il vero cambiamento desiderato. Ognuno di loro avvertiva da tempo la necessità di apportare un cambiamento importante nella propria vita ma non si sentiva in grado di farlo, non credendo di avere la forza e la determinazione necessaria. Ed è proprio qui, in questa parola, che sta la chiave di tutto.
Determinazione. I miei clienti, infatti, avevano sognato molte volte di cambiare le
loro vite e molte volte si erano impegnati a pensare di riuscirci ma non si erano mai sentiti realmente determinati a farlo.
In questi casi, ho una metafora che mi piace molto condividere ed è quella della cima della montagna. Se il mio desiderio più grande fosse quello di scalare l'alta cima di una montagna, ripetermi "io voglio scalare la montagna, io posso scalare la montagna e arrivare in cima" mi sarà utile ma non sufficiente. Ad un certo punto dovrò smettere di fissare la cima, desiderando di raggiungerla, e dovrò guardare in basso per decidere qual è il punto migliore su cui appoggiare il mio piede e far partire il primo passo verso la vetta. Se non prenderò mai questa decisione, se non passerò mai dal solo desiderare all'agire, non potrò mai godermi il panorama dalla cima della montagna.
Aver cura di osservare i propri pensieri e volgerli al positivo è sicuramente un buon inizio, poiché dire a se stessi "voglio provarci" è sicuramente meglio che dirsi "non ce la farò mai" ma portare dei cambiamenti nella propria vita può essere
un'impresa ben più titanica che scalare un'alta montagna e, nonostante ci si sforzi di pensare positivo, si può
credere di non potercela fare e ritrovarsi a rinunciare perchè magari si guarda all'impresa
globale che si deve compiere e ci si scoraggia. Oltre a portare attenzione ai nostri pensieri e, nel caso, riformularli in chiave diversa è, quindi, utile frazionare il nostro macro-obiettivo in una serie di azioni definibili come micro-obiettivi che ci permettano di raggiungere gradualmente e progressivamente il nostro obiettivo finale (se, ad esempio, il mio macro-obiettivo fosse cambiare lavoro, potrebbe essere utile frazionarlo in micro obiettivi come individuare il nuovo tipo di lavoro che vorrei fare, prendere contatti con persone del settore che mi interessa, ecc.).
Qualunque sia il cambiamento che desideriamo realizzare, dobbiamo innanzitutto stabilire quale potrebbe essere il primo passo verso il raggiungimento della nostra meta e individuare un'azione concreta, possibilmente piccola, da compiere; perché, lo si sa bene, anche il viaggio più lungo inizia con il primo passo.
Come dice Giorgio Nardone, descrivendo la tattica dei piccoli passi, "è fondamentale iniziare dal più piccolo ma concreto cambiamento ottenibile. Iniziare dal passo semplice ci salva dalle nostre eventuali incapacità nel realizzare grandi azioni, e al tempo stesso, riduce la resistenza al cambiamento del sistema sul quale si interviene [...], qualunque sistema vivente, dal più infinitesimale al più complesso, possiede (infatti) la caratteristica di resistere al cambiamento del proprio equilibrio quando questo si è consolidato da un certo periodo di tempo."
Individuare il nostro piccolo primo passo, la nostra azione iniziale, e compierla, ci permetterà di sperimentare quel senso di determinazione necessario e indispensabile per poter passare dal desiderare un cambiamento al realizzarlo concretamente.
Riferimenti bibliografici
Giorgio Nardone - Problem Solving strategico da tasca; Ponte alle Grazie (2009).